Tra le misure adottate nella “fase 2” per contenere il contagio ci sono anche i termoscanner: tecnologie per il controllo degli accessi ai luoghi pubblici. Le informazioni acquisite da queste tecnologie rendono fondamentale la conformità di dispositivi simili alla normativa sulla tutela della privacy (GDPR).
I dispositivi digitali come i termoscanner permettono di ottenere il rilevamento di dati biometrici (tratti del volto) e la misurazione della febbre.
Ma come far convivere l’utilizzo di termoscanner con il GDPR?
Innanzitutto, all’interno delle aziende, è bene suddividere gli ingressi dei soggetti dipendenti, da quelli dei visitatori occasionali (clienti di passaggio, fornitori, collaboratori esterni).
I lavoratori dipendenti dovranno essere informati sulle modalità di rilevamento della temperatura al momento dell’accesso. La comunicazione dovrà essere fornita tramite avvisi ben esposti e visibili a tutti (in questo senso i totem informativi sono il miglior supporto).
La trasparenza verso i dipendenti in merito alle soluzioni tecnologiche impiegate costituisce uno degli adempimenti essenziali posti a carico del datore di lavoro, sia dalla normativa in materia di data protection, che da quella lavoristica. Il titolare deve sempre fornire ai dipendenti informazioni concise, trasparenti, facilmente accessibili e formulate con un linguaggio semplice e chiaro.
Tecnologie attendibili e accurate.
Le tecnologie adottate devono essere inoltre, attendibili e accurate e garantire un trattamento dei dati personali il meno possibile invasivo. A questo proposito, il fornitore della tecnologia deve essere in grado di dare garanzie in termini di affidabilità e sicurezza.
È buona prassi sottoporre la contrattualistica tra fornitori e datore di lavoro all’analisi di personale o consulenti con competenze adeguate, anche (e soprattutto) quando ci sono di mezzo ambienti digitali. Ecco perché, se l’azienda ha designato un Responsabile per la Protezione dei Dati, è consigliabile coinvolgerlo sin dalle prime fasi dell’assessment.
È importante inoltre, che il titolare conosca le caratteristiche dello strumento acquistato e che abbia fornito istruzioni precise sulle regole comportamentali da attuare qualora si superino i 37,5°.
In conclusione, è fondamentale che l’adozione di dispositivi per la misurazione della temperatura in ambito lavorativo e non, rispetti la disciplina in materia di privacy.
La situazione d’emergenza attuale non è infatti, sufficiente a dimenticare in toto la normativa in materia di protezione dei dati. È fondamentale attuare un efficiente processo di selezione e implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, come i termoscanner, finalizzate a contrastare il coronavirus e assicurare la conformità dello strumento prescelto al GDPR.
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