Hai mai sentito parlare di iperconvergenza? Si tratta di una tecnologia che si sta via via affermando sempre più sul mercato. La sua potenzialità risiede nel concentrare in un unico dispositivo, le tre componenti fondamentali di un’infrastruttura IT: capacità di calcolo, memoria e connettività.
Di fatto, rappresenta un’alternativa alla più classica consolidata infrastruttura virtuale.
L’iperconvergenza è da prendere in considerazione in particolari contesti e a fronte di specifiche esigenze: necessità di avere sistemi IT sempre disponibili, anche a seguito di un guasto (RPO uguale a zero, RTO prossimo allo zero)
L’infrastruttura iperconvergente si compone di una serie di nodi (minimo 2). Già nella configurazione minima, l’architettura è in grado di garantire la disponibilità dei servizi offerti anche a fronte del guasto di un intero nodo o server.
Per ogni dato memorizzato esistono due copie identiche.
Per ogni dato memorizzato ne esistono due copie identiche, una su ciascuno dei due nodi che compongono l’infrastruttura.
Rispetto alle infrastrutture tradizionali, i sistemi iperconvergenti offrono importanti vantaggi:
- Facilità di gestione e controllo: una singola interfaccia per la gestione centralizzata dell’intera infrastruttura IT;
- Riduzione del numero di dispositivi installati e dello spazio occupato;
- Risparmio energetico in termini di consumo e necessità di raffreddamento;
- Approccio modulare: può adattarsi e crescere rapidamente in funzione delle nuove esigenze aziendali;
- Disaster Recovery: la possibilità di creare copie remote dell’intero sistema informativo aziendale al fine di garantire continuità operativa anche a seguito di eventi particolarmente impattanti.
In estrema sintesi dunque, i sistemi iperconvergenti semplificano e ottimizzano le infrastrutture IT tipicamente complesse da gestire.
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