La realtà virtuale: un’esperienza multi-sensoriale

Realtà virtuale

La realtà virtuale è un argomento di cui sentiamo spesso parlare. Ma cosa si intende realmente con RV? Da dove nasce questa esigenza?

Partiamo dalle origini. Facendo un salto negli anni ’50, troviamo alcuni studi che, per molti aspetti, possono ritenersi i primi esperimenti sulla realtà virtuale.

Sensorama fu il primo sofisticato macchinario, precursore dei concetti di realtà virtuale. Ideata per il cinema d’esperienza, la macchina colpiva lo spettatore con stimoli multi-sensoriali, facendolo totalmente immergere all’interno di una scena.

Il dispositivo era in grado di stimolare tutti e 5 i sensi grazie ad immagini, suoni trasmessi da altoparlanti, aromi e odori, flussi di aria e un manubrio per il tatto.

Il primo visore di realtà virtuale risale agli anni ’60.

Il concetto di realtà virtuale, nella sua accezione moderna, si delinea intorno agli anni ’60. Ivan Sutherland, scienziato informatico statunitense introdusse negli anni ’60, il concetto di simulazione virtuale, il computer aided design (CAD) e la realtà virtuale.

Shuterland sosteneva che i progressi nella scienza dell’informatica avrebbero reso possibile l’ingegnerizzazione di esperienze virtuali multi-sensoriali.

Nel 1966 i suoi studi lo portarono a progettare un paio di occhiali dotati di 2 piccoli schermi, in grado di dare non solo una visione tridimensionale dell’ambiente, ma addirittura, di cambiare la visuale con il semplice movimento della testa. Si arrivava così a creare la prima tecnologia di realtà virtuale.

Per realtà virtuale si intende un ambiente esclusivamente digitale.

Per realtà virtuale (o virtual reality) si intende un ambiente esclusivamente digitale, creato da uno o più computer, che simula la realtà effettiva.

L’avanzamento delle tecnologie informatiche permette di navigare in ambientazioni realistiche in tempo reale, interagendo con gli oggetti presenti in esse. Tutto ciò che accade in un contesto virtuale infatti, è messo in relazione con i nostri sensi, in tempo reale, tramite delle console.

Lo scambio di dati tra console e utente è possibile grazie a dispositivi informatici: visori per la vista, guanti per il tatto, auricolari per l’udito e tute cyber che avvolgono il corpo.

Queste tecnologie consentono un’immersione completa nella simulazione, creata in modo tridimensionale e dotata di una serie di contenuti esplorabili che ricreano un “mondo parallelo verosimile”.

La realtà virtuale può essere immersiva e non immersiva.

Nel primo caso, l’utente si trova completamente isolato rispetto all’ambiente esterno. Egli è totalmente assorbito dalla realtà parallela riprodotta, grazie a un insieme complesso di accessori e tecnologie.

Nel caso della realtà non immersiva invece, l’ambiente ricreato digitalmente ha sul soggetto un impatto emotivo minore. Egli infatti, si trova davanti a tecnologie come i monitor, che fungono da finestra sul mondo tridimensionale e con cui l’utente può interagire attraverso appositi joystick.

Proprio il carattere immersivo della virtual reality, la rende distinta dalla realtà aumentata. Quest’ultima infatti, rappresenta un potenziamento della percezione del mondo reale, possibile grazie a contenuti digitali e input aggiuntivi, che consentono una conoscenza più approfondita dell’ambiente circostante.

Non essendo immersiva come la realtà virtuale, la realtà aumentata non ha obbligatoriamente bisogno di visori specifici, ma può essere osservata sui dispositivi di uso quotidiano (smartphone o appositi schermi).

La capacità della RV di riprodurre qualsiasi tipologia di ambiente reale, consente la sua applicazione all’interno di settori diversi.

Medicina, didattica e moda sono solo alcuni dei campi di applicazione.

In campo medico, la realtà virtuale è sempre più uno strumento formativo, terapeutico e operativo. La medicina riabilitativa ad esempio, sfrutta la RV per elaborare allenamenti personalizzati, studiati in base a simulazioni di passi giornalieri con livelli di complessità crescenti, compiuti dai pazienti.

In campo operatorio, la realtà virtuale permette di operare in situazioni ad alto rischio, come in caso di interventi al cervello o al busto.

In ambito scolastico, la virtual reality può agevolare lo studio, stimolare curiosità e conoscenza, rendendo maggiormente efficace la didattica. E’ possibile infatti, realizzare scenari di vita reale in classe, oltrepassando la descrizione teorica, abbinare teoria e pratica servendosi di uno strumento più ludico, realizzare progetti con esperienza totalmente immersiva.

Quanto sarebbe interessante una lezione di storia se fosse possibile immergersi in una scena di vita romana, o in un duello tra cavalieri medioevali? E quanto sarebbe più semplice una lezione di chimica, se potessimo figurare qualcosa di molto piccolo, come una molecola?

Un altro campo di applicazione della RV è la progettazione edile. In fase di costruzione o ristrutturazione di un edificio, la realtà virtuale permette di avere una visione completa e tridimensionale del risultato finale.

Vedere i dettagli dell’arredamento della casa che stai per acquistare, riuscire ad immergerti tra le pareti e i giochi di luce della tua abitazione: tutto ciò è possibile grazie all’integrazione della RV con software di progettazione.

Anche la moda beneficia delle tecnologie di realtà virtuale. Indossare abiti e accessori prima dell’acquisto, senza doversi servire di un camerino fisico, è ormai una consuetudine. Proprio la moda potrebbe essere il settore di applicazione di un progetto futuristico: unire la realtà virtuale all’intelligenza artificiale. Ma questa è un’altra storia.

Abbiamo provato per voi alcune di queste incredibili tecnologie immersive di realtà virtuale. Ve lo raccontiamo nella prossima news.

Potrebbe interessarti