L’impatto ambientale del digitale

impatto ambientale del digitale

In questo periodo di “Friday for future” e di corsa al riparo dei danni ambientali, vi proponiamo uno studio sull’impatto ambientale del digitale.

Nature Communications, celebre rivista scientifica, rivela dati preoccupanti. Nel 2050, i cambiamenti climatici determineranno un aumento esponenziale della domanda globale di energia (+58% se il riscaldamento sarà elevato, +20% nel migliore dei casi). Le aree dei tropici, così come l’Europa meridionale, la Cina e gli Stati Uniti, sperimenteranno probabilmente i maggiori aumenti.

Tra i fattori che alimentano questi numeri, anche i dispositivi e i servizi digitali che quotidianamente utilizziamo. L’impatto del digitale sull’ambiente infatti, non si limita all’energia necessaria al funzionamento di device e servizi IT, ma anche al problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici.

L’universo digitale fatto di contenuti, telecamere di sicurezza, telepass, video-chiamate, server, AI, instant messaging e molto altro, cresce in maniera esponenziale. Tutte queste innovazioni, che semplificano e migliorano la qualità della nostra vita, incrementano però il consumo energetico globale.

Anche il digitale deve adottare un approccio sostenibile.

Tutto ciò ci fa comprendere come sia necessario che anche l’industria digitale dia il proprio contributo per combattere il surriscaldamento globale. Una digitalizzazione sostenibile è possibile, ma richiede consapevolezza e responsabilità.

Dati incoraggianti infatti, rivelano che l’impatto ambientale del digitale diminuirebbe sensibilmente in presenza di pratiche digitali responsabili e miglioramenti nell’efficienza energetica.

L’Unione europea sta muovendo significativi passi in questa direzione. In vista della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, che avrà luogo a Dicembre a Santiago del Cile, il Consiglio Europeo ha delineato un quadro, tutto sommato positivo.

Nonostante la preoccupazione per l’impatto dei cambiamenti climatici sulla biodiversità globale, sulle risorse idriche e sugli ecosistemi del pianeta, l’UE si fa promotrice di un’azione immediata e concreta.

Le politiche degli stati membri e le direttive UE hanno fatto registrare una diminuzione del 22% delle emissioni di gas serra, (dato destinato a crescere entro il 2030). L’Europa vuole diventare la prima grande economia mondiale in grado di assumere un ruolo guida nella transizione verso politiche “green”.

E in Italia invece, a che punto siamo? Ve lo raccontiamo qui.

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