Il protocollo HTTPS, garanzia di visibilità e sicurezza sul web, protegge la navigazione online grazie alla combinazione di crittografia e certificazione dei portali web. Ideato negli anni ’90, questa tipologia di protocollo ha aggiustato alcune problematiche sorte con l’HTTP. Ma vediamo meglio nel dettaglio.
Il protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol) suo predecessore, garantisce il corretto trasferimento delle pagine web e dei relativi dati, dal server che le ospita al browser utilizzato dagli utenti. Il punto debole di questo sistema però, risiede nella sicurezza. La trasmissione dei dati infatti, avviene in maniera non criptata (definita in gergo tecnico “in chiaro“), rendendo più semplice la manomissione o l’utilizzo improprio dei dati.
Per far fronte a questo problema, nel 1994 viene ideato il protocollo HTTPS (HyperText Transfer Protocol Secure)
Il protocollo HTTPS garantisce la crittografia delle informazioni e l’identità del portale web.
L’installazione di un certificato SSL (Secure Socket Layer) comporta un cambiamento del protocollo da HTTP a HTTPS. A partire da Luglio 2018, il certificato SSL è diventato obbligatorio.
Google Chrome distingue in maniera visibile i siti certificati da quelli che ancora non lo sono: un lucchetto verde chiuso indica che la protezione SSL del protocollo HTTPS è attiva, diversamente i siti identificati come “Non sicuro” indicano l’assenza di protezione e scarsa tutela dei dati sensibili.
L’installazione del protocollo HTTPS garantisce pertanto una navigazione sicura e funzionale agli algoritmi di Google, penalizzando la visibilità dei siti in protocollo http, relegati tra gli ultimi risultati della SERP di ricerca.
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